martedì 8 gennaio 2008

Capitolo 9-famiglia e matrimonio


Discussione al forum di sociologia

la fine del patriarcato è segnata da un maggiore
pratogonismo sociale della donna nel lavoro,
nell'istruzione, in politica ecc. Un ulteriore
indicatore empirico ci è offerto dal pluralizzarsi delle
forme familiari: non solo matrimoni ma anche convivenze.
Inoltre i nuovi movimenti dei diritti delle minoranze,
come quello gay, reclamano un riconoscimento pubblico
dei legami affettivi che si instaurano tra persone dello
stesso sesso. Come la sociologia può interpretare questi
fenomeni?



Grazie a lunghi periodi di lotte,la donna è riuscita a conquistarsi la propria autonomia ed una sua parte nella società;ciò ha avuto conseguenze di grande portata,tra cui,appunto,la fine del patriarcato,cioè la forma familiare caratterizzata da una forte autorità maschile e da una netta separazione dei ruoli.

Uno degli aspetti che maggiormente sono discussi oggi,è la convivenza come sintomo di una crisi della famiglia tradizionale.Inoltre i nuovi movimenti dei diritti delle minoranze,come quello gay,è sempre più al centro di dibattiti accesi.

La sociologia può spiegare questi fenomeni attraverso due punti cruciali:

In primo luogo esse si presentano come ‘unioni sperimentali’ che nascono come una forma di reazione alla crescente instabilità coniugale.
In secondo luogo nascono spesso come esigenze delle donne per avere maggiori spazi di libertà per l’attività extradomestiche e per mettere in discussione la tradizionale divisione di genere del lavoro.


Approfondimento

Critica della famiglia

Gli studi di Lewis H.Morgan sulla storia della famiglia
L'evento che certamente ha dato l'avvio alla critica moderna della famiglia è un libro "La società antica" scritto nel 1877 da Lewis Henry Morgan che viene considerato il fondatore dell' antropologia americana.Questa pubblicazione è la risultante di una accurata ricerca a cui dedicò oltre quarant'anni della sua attività di studioso della preistoria e delle istituzioni sociali.A quel tempo la teoria dell'evoluzione era appena stata enunciata da Darwin e Morgan fu uno dei primi che l'applicarono agli studi antropologici.

Da Morgan a Engels: la famiglia patrilineare è funzionale alla proprietà privata
L'etnologo russo Maxim Kovalevsky tornando dagli Stati Uniti in Inghilterra portò con sé una copia del libro di Morgan al suo amico Karl Marx perché ne prendesse visione.Marx ed Engel si mostrarono subito interessati a questa pubblicazione in quanto ritennero che Morgan aveva applicato alla preistoria dell'umanità e alle società antiche lo stesso metodo dialettico (materialismo storico) applicato da loro alla moderna società capitalistica.Anni dopo, morto Marx collaboratore principale nell'elaborazione della scienza della rivoluzione, Friedrich Engel pubblicò le comuni riflessioni sull'argomento in uno scritto "L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello stato" apparso nel 1884 e poi in una edizione riveduta nel 1891 qualche anno prima della sua stessa morte.La tesi fondamentale è che anche le istituzioni sociali fondamentali come la famiglia non sono immutabili, tesi questa che da loro un'alone di sacralità ma che la storia della vita sociale umana non convalida in quanto anche tali istituzioni hanno subito trasformazioni nel tempo e presumibilmente quindi è da prevedersi che ne subiranno ancora.Più nel concreto Engels sulla scia delle ricerche antropologiche del Morgan individuò una prima cesura a livello di storia dell'istituzione famiglia nel momento del passaggio dall'epoca della società selvaggia (economia di caccia e raccolta) a quella della società civile (inizio dello sviluppo della metallurgia) che corrisponde anche al passaggio da una primitiva proprietà collettiva alla proprietà privata. A livello di storia della famiglia questi due periodi storici ben delineati corrispondono a due modalità costitutive della famiglia ben differenziate: la famiglia matrilineare e la famiglia patrilineare.

Critiche alle tesi di Morgan-Engels sulla storia della famiglia
Questa visione della preistoria umana che nega l'identificazione di famiglia con famiglia patriarcale e soprattutto che lega la famiglia patriarcale alla proprietà privata e non solo queste ricerche ma anche altre che comunque utilizzavano i metodi e i risultati di Morgan, Tylor e altri autori evoluzionisti contemporanei a Darwin, ha trovato immediate critiche in nuove correnti del pensiero antropologico come quelle che facevano capo a Franz Boas negli Stati Uniti e A.R.Radcliffe-Brown in Inghilterra.

La critica della famiglia in Teilhard de Chardin
Con Teilhard de Chardin la critica della famiglia non è rivolta più a questa o a quella forma di famiglia ma alla famiglia in sé in quanto coglie che dal punto di vista della natura e di ciò che nella natura è la vera vita, cioè l'evoluzione, ciò che è destinato a rimanere è la coppia mentre la famiglia è stato solo un espediente della natura per come dire "guadagnare tempo" in attesa di una maggiore maturazione della specie. Quindi se da un lato può apparire questa posizione - paradossale a dirsi in quanto Teilhard è rimasto fino alla morte legato testardamente alla Chiesa Cattolica che da parte sua non gli ha certamente reso la vita facile - ancor più radicalmente critica della famiglia di quegli stessi critici come Marx ed Engels è anche perché in una epistemologia materialista, come quella dei due allievi di Hegel, che non può vedere lo spirito come scopo e fine della storia questo estremismo nella critica della famiglia appare come un non senso. Solo l'amore portato all'eccesso per lo spirito e per l'evoluzione ha mosso lo sguardo scientifico e profetico di Teilhard a vedere oltre la non più essenzialità della stessa struttura sociale familiare per portare avanti l'evoluzione. Ma quì già ci muoviamo nell'ambito dei tempi lunghi dell'evoluzione anche se Teilhard poi non credeva che questi più ragionevoli tempi lunghi ormai che siamo già giunti alle soglie del trionfo dello spirito sarebbero più stati ancor per molto tempi lunghi.A parte questo anche la visione evoluzionistica di Teilhard concorda nel ritenere che l'avvenire ddell'evoluzione umana è di una maggiore socializzazione e non come in Max Stirner o Nietzsche in uno sviluppo estremo dell'individualismo che ponga questi sempre più estranei a chi ancora si confonde con la coscienza collettiva e che quindi non è ancora nato come individuo. L'avvenire dell'evoluzione è dato dal fatto che più socializzazione corrisponda e meno alienazione, detto in altri termini che l'essenza umana sta proprio nella sua natura relazionale per cui l'uomo astratto non esiste poiché l'essere umano è una relazione, sempre. Questo per dire che in Teilhard lo spirito non è una fredda astrazione ma è quella forza erotica con le stesse caratteristiche della forza gravitazionale descritte da un Newton e poi da Albert Einstein che unisce i tanti atomi umani in un'unica mente sociale che giunta ad una soglia critica è in grado di determinare la fine della storia dell'universo, quell'universo che nato dal suo frammentarsi con il big bang si è ricostituito infine in unità alla fine del mondo con il ricercarsi vicendevole dei frammenti di sè. Del resto questo era anche la verità dell'amore che il grande filosofo greco Platone ben 2400 anni fa aveva colto come essere il vero senso dell'amore e che ha fatto dire a Dante Alighieri "l'amor che move il sol e l'altre stelle" indicando il motore vero dell'universo e della sua storia: l'amore. Quello stesso amore che ha concepito la famiglia e che adesso con lo stesso amore muove verso nuove mete evolutive andando oltre la famiglia.

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