lunedì 7 gennaio 2008

Capitolo 8-razze,etnie e nazioni



Discussione al forum di sociologia


L'Italia è diventato un paese di immigrazione, dopo
essere stato per tanti anni paese di emigrazione. In una
società multietnica, quale deve essere l'atteggiamento
politico, culturale, personale più consoono di fronte a
questa realtà? E' auspicabile il modello pluralista
inglese, in cui ciascuno può costruirsi le proprie
chiese, scuole, circoli, ospedali e manifestare
liberamente le sue opinioni e tradizioni in pubblico (ad
es. pregare in pubblico e portare il burka) o sarebbe
preferibile il modello assimilazionista francese nel
quale la libertà assoluta è relegata nella vita privata,
mentre in pubblico tutti devono attenersi alle regole
laiche dello stato? Cioè in Francia è vietato professare
la propria fede in pubblico, è vietato portare il burka
ma anceh esporre il crocifisso, le scuole sono solo
pubbliche ecc. Cosa ne pensate?




Purtroppo l'Italia è un paese fortemente conservatore e
molto legato alla propria origine e tradizione,quindi un
modello come quello inglese non troverebbe in Italia
terreno fertile. Allora andrebbe bene il modello
francese? Neppure,perchè la politica italiana è
caratterizzata da incessanti scontri politici tra destra
e sinistra,per cui se la destra volesse introdurre una
politica simile,la sinistra farebbe di tutto per
impedirlo.Conclusione?Ci troviamo in una via di
mezzo,funestati sempre da soliti scontri e
polemiche,incapaci di prendere una decisione consona.A
mio parere l'Italia non era pronta per diventare una
società multietnica,perchè ci sono troppe idee
contrastanti tra loro, e la nostra politica più che
mettere ordine crea ancora più disordine e
disorientamento tra la popolazione. D'altronde non solo
in Italia vi è la difficoltà di convivere con altre
culture,ma anche in altre parti del mondo,perchè il
forte senso di appartenenza che ogni individuo ha nei
confronti del proprio gruppo impedisce di vedere l'altro
in maniera oggettiva,sentendosi minacciato dalla sua
"diversità"e di conseguenza si crea una convivenza
forzata,caratterizzata da scontri di civiltà. Il mio
punto di vista per quanto riguarda l'Italia è che le
politiche migratorie,e non solo...dovrebbero fare di
più,o meglio dovrebbero fare qualcosa. Ma è inutile dire
sempre le stesse cose,se ci troviamo in questa
situazione è perchè dall'"alto" ognuno dirige la
politica a proprio comodo.




Ralph Linton,l'Americano al cento per cento.


Non ci sono dubbi sull'americanismo dell'americano medioné sul suo desiderio di conservare ad ogni costo questapreziosa eredità. Tuttavia alcune insidiose ideestraniere si sono già insinuate nella sua cultura senzache egli si sia reso conto di quello che stavaaccadendo. Ecco dunque il nostro insospettabile patriotache indossa il pigiama. un indumento che ha originenell'India orientale, e dorme sdraiato su un lettocostruito secondo un modello originario persiano odell'Asia Minore. È coperto fino alle orecchie di stoffenon americane: cotone coltivato per la pri¬ma volta inIndia, lino coltivato in Medio Oriente, lana prodotta daun animale originario dell'Asia Minore, oppure seta, chei cinesi hanno inventato e usato per primi. Tutti questimateriali si sono trasformati in tessuti grazie a unprocedimento inventato nell'Asia sud-occidentale. Se fapiuttosto freddo può: dormire sotto un piumone atrapunta inventato in Scandinavia. Svegliandosi dàun'occhiata alla sveglia, un'invenzione medievaleeuropea, usa una forte parola latina in formaabbreviata, si alza in fretta e si dirige verso ilbagno. Qui, se riflette un momento non può non sentirela presenza di una grande istituzione americana; ne hasentite di storie sulla qualità e sulla dif¬fusione deiservizi igienici nei paesi stra¬nieri e sa che innessuno di essi l'uomo medio effettua le sue abluzioniin mezzo a tanto splendore. Ma anche qui trova traccedell'irritante influenza straniera. Il vetro fuinventato dagli antichi egizi, le piastrelle vetrificatedel pavimento e delle pareti nel Medio Oriente,laporcellana in Cina e l'arte di smal¬tare i metalli dagliartigiani mediterra¬nei dell'età del bronzo. Anche letubature e la tazza del cesso sono copie appenamodificate rispetto agli originali romani. L'unicocontributo americano a tutto il complesso è ilradiatore. In questa stanza da bagno l'americano si lavacon il sapone inventato dai Galli. Poi si lava i denti,una rivoluzionaria pratica europea che non si propa¬gòin America fino agli ultimi anni del diciottesimosecolo. Quindi si fa la barba, rito masochistico la cuiorigine risaie ai preti dell'antico Egitto e ai sumeri.Il procedimento è reso meno peno¬so dal fatto che usa unrasoio di acciaio, una lega di ferro e carbonioinventata in India o in Turkestan. Infine si asciuga conun asciugamano turco. Ritornando nella camera da letto,l'inconsapevole vittima di oscure pratiche straniereprende gli abiti dalla sedia, il cui modello è statoelaborato nel Medio Oriente, e inizia a vestirsi. Simette un abito attillato le cui forme derivano dallevesti di pelle degli antichi nomadi delle steppeasiatiche e lo allaccia con dei bottoni i cui prototipicomparvero in Europa alla fine dell'età della pietra.Questo vestito è abbastanza adatto per stare all'apertoin un clima fred¬do, ma non si addice certamente alleestati americane, né alle case con riscaldamentocentrale o alle carrozze ferroviarie. Tuttavia idee eabitudini straniere hanno asservito il poveretto, anchese il buon senso gli dice che il vero abito americano distrisce di pelle e i mocassini sarebbero molto piùcomodi. Si infila ai piedi delle calzature rigide dicuoio confezionate secondo un procedimento inventatonell'antico Egitto e tagliate secondo un modello cherisale agli antichi Greci e si assicura che sia¬noaccuratamente lucidate, anche questa un'idea greca,Infine si passa attor¬no al collo una striscia di stoffadai colori vivaci, che è un vestigio sopravvissuto delloscialle che indossavano i Croati del diciassettesimosecolo. Si dà un'ultima occhiata allo specchio, vecchiainvenzione mediterranea, e scende le scale... . Si mettein testa un cappello di feltro, materiale inventato dainomadi dell'Asia orientale e, se sta per piovere, simet¬te le soprascarpe di gomma, inventate dagli antichimessicani, e prende l'ombrello, inventato in India.Scatta via per prendere il treno, che è un'invenzioneinglese (il treno, naturalmente, non lo scatto). Allastazione si ferma un istante per comprare il giornale elo paga con delle monete inventate nell'antica Lidia. Una volta in carrozza, si sistema sul retro per fumareuna sigaretta, invenzione messicana, o un sigaro,invenzione brasiliana. Intanto legge le notizie delgiorno, stampate con caratteri che de¬ivano dagliantichi Semiti, stampati mediante un procedimentoinventato in Germania su materiale inventato in Cina. E,mentre legge l'ultimo editoriale che parla deidisastrosi risultati che l'accettazione delle ideestraniere produce sulle nostre istituzioni, non potràfare a meno di ringraziare un Dio ebreo in una linguaindoeuropea di essere al cento per cento (sistemadecimale inventato dai greci) americano (da AmerigoVespucci, nàvigatore e geografo ita¬liano). (RalphLinton, .The American Mercury», 40 [aprile 1937], pp.427-429)




Trovo davvero molto significativo questo brano;il modo ironico e veritiero con cui l'autore mette in evidenza lo stupido americanismo che oggi è molto diffuso fa riflettere parecchio.


Fa capire quanto sia stupido voler fermare a tutti i costi il fenomeno migratorio e imporre superiorità tra razze.


Fino a prova contraria ogni cultura unitamente alle proprie tradizioni,norme e valori,è frutto di "mescolamenti"culturale,nessuna cultura è fine a se stessa;quello che voglio dire è che se non ci fosserro stati i fenomeni migratori e di conseguenza gli scsmbi tra culture a quest'ora noi italiani,come altri popoli,non saremmo come siamo,per cui ritengo che voler impedire l'incontro tra popoli è come voler bloccare il mondo e la vita stessa.


Abbiamo bisogno degli altri,del diverso,anche per poterci confronatere e per avere la possibilità di allargare i nostri orizzonti.




APPROFONDIMENTO


Negli USA

Dagli inizi a Martin Luther King
L'atteggiamento di discriminazione razziale su base pseudo-scientifica fu rafforzato dalle guerre indiane, per giustificare il genocidio, protratto per decenni, delle popolazioni indiane per sottrarre loro le terre: gli indiani non erano "davvero" esseri umani, e quindi nemmeno a loro si applicavano le considerazioni "umanitarie". La conquista del continente americano portò ad un totale di morti indigeni che secondo le stime più recenti oscilla tra i sessanta ed i cento milioni [5] , di cui venti milioni durante le guerre indiane nel Nord America. Queste cifre lo eleggono tristemente come il più grande genocidio nella storia dell'umanità. L'efficienza dello sterminio indiano americano portò Adolf Hitler a citarlo come esempio pratico per la soluzione finale fin nella prima edizione del Mein Kampf (la mia battaglia), manuale e base ideologica dell'ideologia Nazionalsocialista.
Nell'America coloniale, ancor prima che la schiavitù coloniale divenisse completamente basata su basi razziali, gli schiavi di origine africana erano usati a fianco degli schiavi bianchi, di solito vincolati alla condizione servile da contratti con una scadenza determinata, in gran parte firmati per pagare le spese di trasferimento nel Nuovo Mondo. Alla scadenza di tali contratti gli europei che erano sopravvissuti recuperavano la libertà (non era previsto che i neri potessero recuperare la libertà alla scadenza di un certo periodo di tempo).
A seguito di una serie di rivolte che coinvolsero questo tipo di coloni, però, negli Usa si arrivò a fare a meno degli schiavi bianchi già nel XVIII secolo, riservando la schiavitù alle persone di origine africana, che non potevano contare, a differenza dei bianchi, di solidarietà religiose e etniche da parte di componenti liberi della società bianca dominante. In questo modo, "razza" e condizione sociale vennero a coincidere negli Usa, in modo tale che ancor oggi negli Stati Uniti è difficile separare i due concetti.
Subito dopo l'indipendenza (avvenuta nel 1776) le leggi statunitensi del 1790 sulla naturalizzazione garantivano la cittadinanza solo alle "persone bianche libere", il che significava generalmente che veniva concessa solo a coloro che erano di origine anglosassone.
Quando la popolazione americana divenne culturalmente meno omogenea, verso gli anni ’40 del XIX secolo, con l'aumento dell'immigrazione dall'Europa meridionale e orientale, negli USA si rese necessario chiarire chi fossero i "bianchi". Nacque così una suddivisione di quelli che oggi sono chiamati «caucasici» in una gerarchia di diverse razze, stabilite "scientificamente", e al cui vertice erano gli anglosassoni e i popoli nordici.
Venuta meno l'utilità economica dello schiavismo negli stati industrializzati del Nordamerica, il 1 gennaio 1863 il presidente repubblicano Abraham Lincoln abolì la schiavitù con la Proclamazione di Emancipazione (Emancipation Declaration). Gli stati agricoli del sud si confederarono a difesa della schiavitù dando inizio alla guerra di secessione americana. La schiavitù terminò nell'intera federazione con la sconfitta del sud, infine il 18 dicembre 1865 fu ratificato il tredicesimo emendamento. L'abolizione della istituzione schiavistica tuttavia rafforzò e istituzionalizzò l'ideologia razzista, e a partire dagli anni 1870, con l'affermarsi delle teorie del cosiddetto «razzismo scientifico» moltissimi stati americani introdussero leggi discriminatorie (Black Codes e leggi di Jim Crow), tra cui il reato di miscegenation (mescolanza razziale), cioè la proibizione dei matrimoni misti e delle unioni interrazziali, ed ebbe inizio il fenomeno della segregazione razziale.
Nella maggior parte degli stati segregazionisti le persone che immigravano da Portogallo, Spagna, da una piccola parte della Francia meridionale (e dalla Liguria), dall'Italia meridionale, dalla Grecia, dal Nord Africa e dal medio oriente, furono classificati diversamente dai «bianchi» e il termine «bianco» iniziò a identificare principalmente gli anglosassoni, i germanici e gli scandinavi. L'appartenenza alla razza bianca dei non-nordici (slavi, ecc.) era spesso messa in discussione. Ma erano soprattutto gli europei del sud, appartenenti alla presunta razza mediterranea, a sottostare alle condizioni peggiori, e in molti stati essi erano legalmente equiparati ai neri e privati, con diverse accentuazioni da stato a stato, dello status e dei diritti riservati ai soli bianchi. Persino gli irlandesi, a cui si attribuivano parziali origini mediterranee, erano oggetto di forte pregiudizio e discriminazione.Va però tenuto presente che in molti casi il preconcetto colpiva non tanto l'origine etnica, quanto la religione cattolica professata dagli immigrati "papisti", verso i quali la società puritana degli Usa conservava una fortissima ostilità.
Ad ogni modo, coloro che negli Usa le trovavano utili ai loro scopi accolsero e diffusero le teorie scientifiche razziste sfornate, nel XIX secolo, dagli scienziati europei per giustificare l'avventura colonialista, che caratterizzò la maggior parte del XIX secolo. Con una differenza, però. Gli europei usavano l'ideologia razzista per conquistare e sottomettere quasi esclusivamente popolazioni non europee (e il tabù in questo senso fu tale che i francesi arrivarono - sia pure dopo infinite polemiche - a decidere che gli ebrei che abitavano l'Algeria da loro conquistata erano da considerare europei, e concessero loro la cittadinanza francese, a differenza di quanto avvenne con gli "indigeni"). Al contrario, il razzismo statunitense, come detto, fu usato soprattutto ai danni di popolazioni abitanti nello stesso continente.
La mappa dell'eugenista Madison Grant nel 1916, mostra la distribuzione delle presunte "razze europee". L'Italia è divisa in due: al nord il territorio si compone della razza nordica (indicata in rosso) e di quella alpina o celtica (in verde), al centro-sud si compone della razza mediterranea (in giallo)

Negli Usa ebbe conseguenze storiche durature, negli anni 1920, la massiccia diffusione delle teorie dell'eugenista Madison Grant che saranno più tardi la principale fonte di ispirazione per le campagne di sterilizzazione forzata ed eutanasia forzata operate dal nazionalsocialismo tedesco.
La campagna ideologica di Grant raggiungerà l'obiettivo di fare chiudere le frontiere tra il 1921 e il 1924, e a partire dal 1924 di far restringere l'immigrazione dai paesi dell'est e del sud Europa, e di ostacolare quella ebraica. Questa decisione avrebbe avuto conseguenza catastrofiche durante la Shoah, nel corso della quale gli Usa respinsero caparbiamente i profughi ebrei, accogliendone per tutta la durata dell'Olocausto meno della sola città cinese di Shanghai (30.000).
A rendere politicamente possibile ciò fu il senatore del Massachusetts Henry Cabot Lodge[6], che fu tra i più fanatici sostenitori della Immigration Restriction League, che si opponeva all'immigrazione dei popoli di razza mediterranea. Cabot Lodge trovò il modo di aggirare la resistenza di coloro i quali non volevano limitare gli ingressi esplicitamente in base alla razza proponendo un escamotage: vietare l'ingresso agli analfabeti e modificare le quote di ingresso, stabilendo le nuove su quelle registrate oltre trent'anni prima, nel 1890. Con questa retrodatazione la quota complessiva d'ingresso dei mediterranei che avrebbe dovuto essere di diritto pari al 45% dei richiedenti fu ridotta a meno del 15% e tenendo conto che gli italiani erano il popolo più analfabeta d'Europa (con punte massime al sud) la quota riservata agli italiani divenne di molto più esigua. Per contro fu grandemente aumentata la quota consentita dai paesi nordici[6].
Dopo la crisi economica del 1929, con i disordini che ne seguirono e con il diffondersi del «pericolo comunista» la strategia politica cambiò, e negli ex stati confederati del sud, si adottarono teorie meno rigide, ispirate in gran parte da quelle europee. Così negli anni 1930, quando in quegli stati era ormai divenuto impossibile continuare a mantenere un così alto numero di immigrati europei fuori dalla élite dei bianchi - con il rischio peraltro di pericolose coalizioni coi neri - i segregazionisti estesero i diritti a tutti i «caucasici», gruppo razziale che includeva anche i mediterranei, e che era suddiviso in «White Caucasian» (caucasica bianca: anglosassoni, scandinavi e germanici) e «Caucasian» (caucasica). Oggi il termine «caucasico» viene esteso ad indicare indistintamente i «bianchi», tuttavia la suddivisione in «white caucasian» e «caucasian» è ancora ufficialmente in vigore nei metodi statistici di catalogazione in uso presso le istituzioni di molti stati americani.
Tutte le altre presunte razze non caucasiche invece rimasero escluse dai diritti civili per altri venti anni. Sarà negli anni 1960, a seguito delle numerose battaglie condotte dai moltissimi movimenti per i diritti civili, all'insurrezionalismo di Malcolm X e alla famosa marcia pacifica di Martin Luther King, che le leggi sulla segregazione razziale dei neri negli stati del sud verranno abolite dal governo federale, a quasi cento anni dalla loro entrata in vigore. Ciò avverrà nel 1964 con l'approvazione del Civil Rights Act e nel 1965 con il Voting Rights Act.

Membri del Ku Klux Klan utilizzano per terrorizzare le loro vittime la croce infuocata, simbolo della identità cristiana-protestante da loro rivendicata

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