giovedì 6 dicembre 2007

Primo capitolo-Che cosìè la sociologia

Nel primo capitolo viene presentata la sociologia come scienza sociale che supera i limiti del sapere comune,patrimonio di ognuono per potersi orientare nella vita sociale.

Devo dire che il mio modo di vedere le cose è molto cambiato dopo aver studiato questo capitolo,poichè ben spiega la differenza tra scienza e senso comune,e di conseguenza sarebbe buona cosa non costruirsi idee,ideologie e orientamenti politici soltanto sulle basi di una conoscenza oserei dire striminzita, ossia sulle idee di massa,bensì formarsi su dei dati oggettivi,di esperienza non solo comune,quanto più personale.

Riassumendo:
Sapere sociologico comune: ognuno, per il fatto di nascere e vivere in una società, ha un sapere su come si svolgono i rapporti sociali indispensabile per sopravvivere nella rete delle relazioni in termini di aspettative e comportamenti. Questo sapere ha dei limiti: è legato alla nostra esperienza diretta circoscritta, al presente e all’esperienza altrui talvolta deformata.
Sociologia: scienza sociale; formula interrogativi sulla base di una riflessione teorica e cerca risposte sulla base di informazioni raccolte sistematicamente, senza poter fornire certezze assolute, ma solo relative esposte a critiche e revisioni.
Sociologia (Σ) è lo studio scientifico della società e nasce contemporaneamente alla nascita dello stato nazionale moderno (XIX° secolo) affiancandosi ad una serie di scienze sociali quali l’economia, le scienze politiche, l’antropologia, la psicologia sociale, la filosofia.
La Σ si differenzia da tutte queste mediante :
- Soluzione gerarchica (Comte) in cui le viene assegnato il posto più elevato perché è il risultato finale dell’evoluzione delle conoscenze umane, dalla fisica alle scienze sociali, producendo la sintesi più ampia.
- Soluzione residuale (Runciman) in cui le viene affidato lo studio di tutto ciò che non è o non è ancora oggetto di altre scienze sociali specializzate.
- Soluzione analitica o formale (Simmel) in cui al centro è lo studio delle forme pure di relazione e non l’infinita varietà dei fenomeni sociali; diventa la grammatica e la geometria della società.
Σ definizione tautologica: insieme delle ricerche di coloro che si riconoscono e sono riconosciuti da altri come sociologi, con confini operativi sfumati e mutevoli nel tempo.
Origini:La Σ nasce, come tutte le scienze sociali, per l’avvento di tre rivoluzioni: scientifica (estensione allo studio dell’uomo, della società e della cultura gli stessi principi del metodo scientifico applicato alla natura),( industriale) analisi delle modificazioni indotte dallo sviluppo di società basate su modelli di interrelazione fondati su elementi di tipo economico), francese (studio dei nuovi rapporti tra individui e gruppi sociali dopo la caduta di un ordinamento politico assolutista).
Paradigmi scientifici di Kuhn: assunti di base di natura teorica e metodologica su cui una comunità di scienziati sviluppa un consenso accettato dai suoi membri, con la possibilità che da una pluralità di paradigmi in competizione uno tenda a prevalere.
- Paradigma dell’ordine. L’ordine sociale, prima degli eventi rivoluzionari, appariva assicurato dalla credenza in un potere trascendente religioso o naturale al di fuori della società. Ora invece era in meccanismi o processi interni all’organismo sociale, che fossero semplicemente lo stato (Hobbes, patto di soggezione tra individui) o il mercato (Smith, mano invisibile che regola gli scambi) oppure veri organismi in cui le parti siano interconnesse da una rete di relazioni di dipendenza. Spencer e Comte vedono nelle società un equilibrio dinamico tra le sue parti in competizione tra loro in vista di un ottimale adattamento a un ambiente in trasformazione con meccanismi di differenziazione e di divisione del lavoro. Questa (Simmel) fa in modo che compiti e funzioni siano svolti da organi specializzati all’interno della società; ogni individuo diventa diversificato e necessita di interazioni con gli altri per garantirsi la sopravvivenza. Per Durkheim il vincolo di solidarietà delle società moderne (dove prevale la divisione del lavoro) è interno, organico, fondato su interdipendenze tra funzioni individuali e di gruppo. Per Tonnies invece organica è una società in cui i rapporti sono di intimità e condivisione di valori, mentre la società moderna è una costruzione artificiale e convenzionale composta da individui isolati che perseguono ognuno il proprio interesse rapportandosi solo per scopi utilitaristici.
- Paradigma del conflitto. Marx dice che i rapporti sociali fondamentali si instaurano nella sfera della produzione di beni e servizi generando interessi antagonistici fra i componenti delle classi contrapposte. Weber estende il conflitto dalla lotta di classe, ovvero dalla sfera economica, a vari aspetti sociali, quali la politica, il diritto, la religione, il prestigio: per lui il conflitto è la condizione fisiologica della società, non solo non la disgrega, ma crea strutture istituzionali (gli ordinamenti sociali) che esprimono i rapporti di forza consolidati che regolano i conflitti stessi. Il conflitto genera sia ordine che mutamento: l’ordine è l’assetto temporaneo, il mutamento è la genesi di nuove istituzioni. La società è l’insieme dei conflitti e delle istituzioni che si intrecciano su piani e in sfere diverse.
- Paradigma della struttura. I comportamenti umani si spiegano riconducendoli alle coordinate sociali in cui si manifestano. Ognuno nasce in un mondo sociale preformato di cui assume i valori e le regole seguendo un percorso largamente prevedibile. Durkheim teorizza che la società venga prima degli individui e che i fatti sociali si spieghino solo con altri fatti sociali e non con la personalità degli individui. Esistono sempre spiegazioni strutturali ai comportamenti degli individui. E’ la società che seleziona e forma gli individui a ricoprire ruoli e posizioni sociali.
- Paradigma dell’azione. Weber sostiene che per spiegare i fenomeni sociali bisogna sempre ricondurli ad atteggiamenti e comportamenti individuali di cui bisogna cogliere il significato per l’attore. Principi del paradigma dell’azione sono due: l’individualismo metodologico (i fattori macroscopici vanno ricondotti ad azioni individuali, non si possono imputare azioni ad entità astratte o ad attori collettivi) e le motivazioni dell’attore (ognuno ha un senso intenzionato, una capacità di compiere scelte e dare senso alle proprie azioni nell’ambito dei vincoli contestuali). Il massimo grado di comprensione di un’azione si ha nel caso di azioni razionali, distinte per razionalità strumentale o teleologica e razionalità di valore o assiologica (conforme a scelte valutative operate dall’attore come criterio assoluto di orientamento). L’uomo non è un essere razionale, ma è capace di agire razionalmente, avvicinandosi o discostandosi dal modello dell’azione razionale in base a proprie scelte valutative e motivazionali.
Compatibilità tra paradigmi di struttura e azione: il primo vede nella società l’elemento della costrizione e gli individui come esseri che devono adattarsi alle circostanze imposte; il secondo concede spazio all’attore, che può scegliere diversi corsi di azione, pur vincolati. Le strutture sociali sono aggregati di azioni consolidate nel tempo, modificabili da altre azioni. Esistono effetti non intenzionali, desiderabili o no, che producono strutture istituzionali non volute intenzionalmente, ma che costituiscono un vincolo alle azioni degli individui. I due paradigmi dunque sarebbero incompatibili solo se estremizzati (condizionamento deterministico dei comportamenti umani da parte della struttura sociale o individuo attore svincolato dall’esterno).
Teoria: corpus di concetti generalizzati, logicamente interdipendenti, dotati di un riferimento empirico. Molte teorie sono così astratte da non consentire traduzioni empiriche osservabili e misurabili, se non per singole proposizioni da essa ricavate. Una teoria è empiricamente rilevante se da essa si possono ricavare congetture passibili di confutazione. Il campo della Σ deve quindi orientarsi verso teorie di medio raggio, il cui ambito di applicazione si limiti a fenomeni specifici entro coordinate spazio-temporali definite.
Le ricerche possono essere descrittive (su opinioni o atteggiamenti, con minima rilevanza teorica) o esplicative (verifica di un’ipotesi teorica tra variabili dipendenti e indipendenti) spesso in relazione o successione. La teoria alimenta la ricerca, la quale retroagisce sulla teoria ponendole nuovi interrogativi. La teoria senza ricerca empirica è vuota, la ricerca senza teoria è cieca.

Considerato uno dei fondatori della sociologia, Emile Durkheim affrontò lo studio della società e dei gruppi sociali avvalendosi di metodi scientifici; sostenne che gli individui sono il prodotto di forze sociali complesse e devono essere studiati nel contesto della società di appartenenza. Durkheim sottolineò inoltre come la mancata integrazione degli individui nella società sia una delle cause fondamentali del suicidio.

1 commento:

Unknown ha detto...

Complimenti, articolo ben fatto. Sintetico ma allo stesso tempo esaustivo